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venerdì 8 marzo 2013

L'8 marzo dal punto di vista del marketing

L'8 marzo ha sicuramente acquisito una connotazione più commerciale piuttosto che di vera commemorazione del tragico evento avvenuto molti anni fa. Quindi vediamo come alcune imprese hanno deciso di sfruttare questo evento per promuovere il loro Brand..

1) ALGIDA



La prima immagine diffusa da algida non è stata decisamente apprezzata dal web, forse perché più che una rosa sembrerebbe....




Dopo l'errore della prima immagine Algida decide di correre ai ripari modificando il gusto del gelato a forma di rosa. Un intelligente strategia per rendere il contenuto virale? oppure un clamoroso Epic Fail? A vio l'ardua sentenza!

2) FIAT




Fiat decide di omaggiare la donna in un modo un po particolare.. ovvero punzecchiandola come farebbe un marito decisamente irritante ;)

3) DUREX
Infine Durex suggerisce un simpatico omaggio da sostituire alle classiche mimose.. Chissà cosa apprezzerebbero maggiormente ;)

A voi quale colpisce?

Product placement: quando il prodotto sponsorizzato è un Film cinematografico


La promozione dei film all'interno dei programmi televisivi sta evolvendo. Una volta tali sponsorizzazioni avvenivano semplicemente mediante l’invito degli attori protagonisti all'interno dei vari programmi TV  all'interno dei quali presentavano la trama del loro nuovo film, magari anche attraverso un breve trailer. Ora, si può dire che è stato raggiunto un livello superiore, in cui gli attori vengono coinvolti attivamente, cercando di ottenere la massima integrazione e lasciando la mera promozione in secondo piano. Ciò si rifà precisamente alle strategie adottate in ambito di product placement, per cui esistono vari livelli d’integrazione, che vanno dalla semplice presentazione del prodotto all’interno della scena sino a situazioni di massima integrazione ove il prodotto diventa elemento centrale dell’intera trama cinematografica, basti pensare ad uno dei più famosi casi di PP ovvero “Colazione da Tiffany” o anche al pungente film “Il diavolo veste Prada”.
In particolare, in questo articolo voglio prendere come esempio di riferimento il programma “Le iene”, all’interno del quale nelle ultime settimane ho notato una massiccia presenza di interviste e interventi provenienti da attori collegati a film di prossima uscita (per un esempio si veda il video iene)




A mio avviso, tale evoluzione porta con sé importanti vantaggi sia in termini di maggiore attenzione sia in relazione al maggior coinvolgimento con il telespettatore rispetto al messaggio veicolato. Si pensi al tradizionale metodo in cui il cast del film promosso si intromette, quasi violentemente, all’interno del programma, sviolinando la bellezza straordinaria del capolavoro o le grasse risate assicurate, ma a cui il telespettatore molto spesso non fa nemmeno caso. Invece, mediante l’integrazione di questi all’interno del mood del programma vi è la possibilità di  limitare quel sentimento negativo che l’intrusione pubblicitaria molto spesso crea nella percezione dei consumatori/telespettatori, aumentando la rilevanza del messaggio e conseguentemente l’efficacia dello stesso.
Io personalmente le preferisco alle promozioni asettiche solite nei programmi televisivi, credo che maggiore sia la coerenza e l’integrazione con il programma e minore sia il disturbo recato al telespettatore.. voi cosa ne pensate?

domenica 3 marzo 2013

Marketing olistico: il nuovo must



Con il termine "olistico" si designa un approccio un alla studio dei fenomeni considerati nella loro globalità, analizzando quanti più aspetti contemporaneamente. infatti, tale termine si rifà al concetto di olismo, per cui la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/ differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente.
A livello di marketing, ciò significa che, al fine di creare un brand forte e di valore, è necessario considerare ciascun elemento come parte di un sistema integrato. Gli elementi qui considerati si riferiscono in particolare a:

  •   Marketing relazionale:  il cui scopo è di costruire relazioni soddisfacenti e a lungo termine con gli attori chiave (clienti, fornitori, distributori e altri);
  •   Marketing integrato:  il cui obiettivo corrisponde sia all'individuazione delle attività di marketing sia all’elaborazione di programmi che massimizzano le abilità nel creare, comunicare e portare valore al cliente (marketing mix). Due elementi chiave: 1) il valore viene comunicato e portato al mercato attraverso la realizzazione di numerose attività differenti; 2) tutte le attività di marketing sono coordinate per massimizzare il loro effetto combinato;
  •  Marketing interno: tutti all'interno dell’impresa devono abbracciare gli stessi principi di marketing. Si sostanzia nell'assunzione, nella formazione e nella motivazione dei dipendenti capaci nel servire bene il cliente;
  • Marketing socialmente responsabile: basato sulla comprensione delle questioni etiche, ambientali, legali e sociali del contesto di riferimento e dei suoi programmi e delle sue attività. Studiando attentamente il ruolo che ricopre o che potrebbe ricoprire all'interno della società.
Solo mediante la definizione di una strategia che integri alla perfezione gli elementi sopracitati sarà possibile la costruzione di un brand in grado diffondere valore verso tutti gli stakeholders, in un ottica di win – win.
In particolare, nell'era di internet tale approccio deve essere adeguatamente strutturato in modo tale da sfruttare le enormi potenzialità offerte da quest’ultimo. La Rete e i Social Media hanno profondamente cambiato e stanno continuando a influenzare, il modo di fare comunicazione: mutano gli strumenti, le potenzialità, gli obiettivi, nel segno della misurabilità dei ritorni. Quindi, solo le imprese che riusciranno a comprendere e sfruttare queste enormi opportunità potranno ritornare ad essere competitive anche in un periodo di crisi, quale quello di questi ultimi anni.

domenica 24 febbraio 2013

Mobile: una scelta imprescindibile



Da una recente ricerca condotta da Ipsos OXT MediaCT per conto di Google è emerso come gli smartphone siano diventati indispensabili all'interno della vita quotidiana delle persone e come questi abbiamo radicalmente trasformato il comportamento dei consumatori soprattutto per quanto riguarda i loro acquisti. In particolare, sono stati intervistate un totale di 1.000 adulti italiani (18-64 anni di età) che hanno dichiarato di utilizzare uno smartphone per accedere a Internet. La distribuzione è basata su uno studio CATI nazionale rappresentativo e agli intervistati sono state poste diverse domande relative all’ uso del dispositivo, ricerca da cellulari, video, social network, web, comportamento di acquisto e pubblicità per cellulari. Le interviste sono state condotte nel primo trimestre del 2012.
Dall'indagine risulta che il 47% degli intervistati effettua ricerche generiche sul proprio smartphone ogni giorno, e il 52% di questi ricerca informazioni su specifici prodotti. Come si evince dalla figura sottostante, il 32% ricerca informazioni su ristoranti, il 30% consulta internet tramite smartphone per ottenere informazioni su viaggi ed infine la ricerca di offerte di lavoro viene effettuata dal 16% degli intervistati. Tali dati sono estremamente rilevanti se si considera che il 90% dei soggetti intervistati ha effettuato ricerche locali sul proprio smartphone e l’87% di questo ha intrapreso un’azione dopo la ricerca delineando quindi la forte propensione dell’utilizzatore a concludere un acquisto intrapreso attraverso il dispositivo mobile.

Da questi dati emerge l’importanza per le aziende di pianificare con attenzione adeguate strategie in merito al canale mobile, in quanto sempre più consumatori utilizzano i propri dispositivi mobili come supporto alle decisioni. In altre parole, essere presenti non rappresenta un’opzione ma una scelta obbligata che le aziende devono sostenere per rimanere competitive su un mercato in continua evoluzione, che pone al centro il consumatore. 


giovedì 21 febbraio 2013

Lego: come costruire relazioni eccellenti mattoncino dopo mattoncino


Ne hanno già parlato in molti, ma questa è stata una notizia che mi ha estremamente colpito. I protagonisti di questa sorprendente storia sono un bambino, un papà e un’azienda attenta ai suoi clienti. Dopo aver perso il suo giocattolo preferito, sotto consiglio del padre, il bambino decide di scrivere la seguente lettera all’azienda in questione:
“Ciao.
Il mio nome è Luka Apps ed ho 7 anni.
Con tutti i miei risparmi di Natale mi sono comprato il kit NinjaGo del Predatore Ultra Sonico.
Il numero è il 9449. E’ davvero molto bello.
Papà mi ha portato da Sainsbury e mi ha detto di lasciare i personaggi a casa ma io li ho portati con me ed ho perso Jay ZX al negozio perchè mi è caduto dal cappotto.
Sono davvero dispiaciuto d’averlo perso. Papà mi ha detto di spedirvi una mail per vedere se è possibile averne un altro.
Prometto di non portarlo mai più al negozio se me lo spedite.
Luka”

Dopo un breve periodo l’azienda prontamente risponde così:
“Luka, Ho detto al sensei Wu che la perdita di Jay è stato solo un incidente e che mai e poi mai avresti fatto in modo che si ripetesse.
Mi ha quindi incaricato di dirti:”Luka, tuo padre sembra davvero una persona molto saggia. Devi sempre proteggere i tuoi personaggi NinjaGo come i draghi proteggono le armi di Spinjitzu!”.
Il Maestro Wu mi ha anche detto che va bene spedirti un nuovo Jay e di aggiungerci anche un piccolo extra perchè chiunque risparmi tutti i suoi soldi di Natale per comperare il Predatore Ultrasonico deve essere davvero un grande fan di Ninjago.
Quindi, spero ti godrai il tuo Jay con tutte le sue armi. Avrai in realtà l’unico Jay che combina 3 differenti personaggi in uno ! Ti spedirò anche un cattivo con cui farlo combattere!
Solo ricorda ciò che ti ha detto il Maestro Wu : proteggi i tuoi personaggi come le armi di Spinjitzu e dai sempre retta al tuo Papà.”

Dopo questa sorprendente risposta il padre decise di condividerla su Twitter e da li iniziò a diffondersi esponenzialmente!
Quando si parla di corretta gestione della clientela si dovrebbe fare riferimento a questo eccezionale caso di customer care. L’azienda con questo semplice gesto è riuscita in poco tempo ad acquisire una visibilità soprendente sui canali web, attivando dinamiche di passaporola positivi.
Conclusione: Miglior riultato con il minimo sforzo!

martedì 19 febbraio 2013

La ferrari torna ai primi posti



Tra i tanti casi negativi italiani, oggi spicca la notizia relativa alla classifica stilata da Brand Finance, all'interno della quale il marchio Ferrari sbaraglia la concorrenza. La nota casa automobilistica è riuscita a primeggiare contro marchi del calibro di Google, Coca Cola ed Hermes, in una classifica che comprende i primi cinquecento brand relativi alle aziende più note al mondo.
I criteri utilizzati sono stati sia quantitativi che qualitativi. In relazione ai primi, si possono citare il margine netto, il ricavo medio per cliente, la spesa in marketing e pubblicità. Invece, per quanto riguarda i secondi sono stati utilizzati parametri quali la simpatia suscitata e la fedeltà al marchio.
Il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha commentato così la notizia: «E’ sempre un piacere essere in vetta ad una classifica e lo è ancora di più quando la concorrenza è rappresentata dalle aziende più note al mondo, a testimonianza che l’Italia, anche in un momento economico così difficile, è in grado di presentare realtà d’eccellenza. Dietro questo riconoscimento ci sono prodotti eccezionali fatti da uomini e donne altrettanto eccezionali: a loro, che lo hanno reso possibile, va il mio ringraziamento».

domenica 17 febbraio 2013

Relazione tra engagement e fatturato


Obiettivo di ogni impresa è quello di accrescere la dimensione del fatturato, ma sopratutto quella del margine finale (obiettivo di redditività). Di conseguenza se i media digitali non fossero in gardo di raggiungere tale obiettivo, non rappresenterebbero una reale opportunità per lo sviluppo del business dell’impresa. Invece, mediante una strategia digitale è possibile, a costi ridotti rispetto ai tradizionali media, aumentare il fatturato ed il margine a condizione che l’impresa riesca ad aumentare il coinvolgimento dell’utente rispetto al proprio marchio. Infatti all'interno di una ricerca realizzata da Wetpaint/ Altimeter Group[1]  si afferma che esiste una correlazione diretta tra la capacità del brand di coinvolgere il consumatore, il fatturato e la redditività del brand. Sono stati analizzati i 100 più importanti brand mondiali e solamente quelli che sono riusciti a creare un elevato livello di coinvolgimento con i propri utenti hanno incrementato il fatturato e la redditività negli anni di crisi successivi al 2008 (vedi figura sotto). E non sorprende il fatto che tali posizioni siano state raggiunte grazie a una pianificazione intelligente sui nuovi media digitali, volta a intercettare con maggiore interattività nuovi e più ampi target.

Per una efficacie strategia di pianificazione è  di fondamentale importanza individuare e comprendere le preferenze e le abitudini del target di riferimento al fine di determinare il miglior posizionamento del prodotto. Le tecnologie digitali, in particolare smartphone e tablet, rappresentano un elemento fondamentale a tale scopo, in quanto consentono di monitorare e misurare continuamente le intenzioni e i comportamenti dei consumatori, offrendo contemporaneamente esperienze interattive e sociali in grado di aumentare il valore dei prodotti e servizi.



[1] Scatena S., Mardegan P., Mobile Marketing: stato dell’arte e applicazioni pratiche, Micro&Macro Marketing, n.2, 2012 

sabato 16 febbraio 2013

Il momento della verità nell'era del mobile


Nel 2005 la società Procter & Gamble teorizzò per la prima volta il “First Moment of Truth”, ovvero l’istante (tra i 3 e i 7 secondi) in cui l’acquirente prende una decisione davanti agli scaffali. Il First Moment of Truth è considerato quindi una della opportunità più importanti per un brand a livello di marketing. Seguendo tale principio Google introdusse lo “Zero Moment of Truth”, principio che meglio si adatta alla società contemporanea, in quanto oggi l’acquirente raccoglie informazioni molto prima di raggiungere lo scaffale; ricerca attraverso blog e recensioni, segue i consigli provenienti dagli amici sui social network e alla fine di questo processo intraprende l’acquisto decisamente più consapevole ed informato di quanto non avvenisse in precedenza. Il mobile quindi può accelerare questo memento zero attraverso la possibilità di connettersi ovunque e in qualsiasi momento. Infatti dai dati della ricerca risulta che l’utente smartphone utilizza fortemente il proprio dispositivo a supporto delle proprie decisioni, sia nella fase pre-acquisto ove ricerca  informazioni sui prodotti/servizi d’interesse, sia durante la fase centrale di acquisto, momento in cui il soggetto visita effettivamente il punto vendita, tanto che il 27% degli intervistati afferma “porto di proposito lo smartphone con me per confrontare i prezzi e informarmi sui prodotti”. Questo nuovo elemento non è assolutamente da sottovalutare se si considera che ben il 22% dei rispondenti afferma di aver cambiato idea sull’acquisto di un prodotto/servizio in seguito alle informazioni ottenute tramite il suo smartphone. Conseguentemente a tale fenomeno risulta quindi estremamente importante per le aziende, innanzitutto valorizzare il prodotto all’interno del punto vendita, cercando di integrare la realtà fisica con quella on-line (ad esempio attraverso tecniche di aumento della realtà, vedi immagine sotto), e allo stesso tempo posizionarsi strategicamente all’interno del web cercando di coinvolgere l’utente, portandolo a concedere la sua fiducia e visitare il punto vendita.
In un mercato in continua evoluzione, in cui i consumatori talvolta sono più informati dei responsabili di vendita o dove il consumatore può confrontare l’offerta di un negozio con quello del concorrente vicino e poi intraprendere una decisione, il mobile rappresenta una vera opportunità per tutte le imprese che vogliono essere competitive e accompagnare il soggetto durante tutte le fasi del processo di acquisto, finanche nella fase successiva di post acquisto migliorando la customer experience complessiva. 

venerdì 15 febbraio 2013

I power branders

Come i mitici power ranger i brand sono forti, colorati e si ergono a paladini della giustizia... bé della giustizia forse è un po esagerato, ma sicuramente l'immagine che molti di essi aspirano a trasmettere potrebbe proprio ricondursi alla figura delle eroe.
L'iniziativa che vorrei in questo post commentare si riferisce alla strategia di riposizionamento messa in atto dall'azienda Mulino Bianco attraverso il cambio di testimonial. Come è noto a molti, soprattutto alle donne, Antonio Banderas è il nuovo testimonial fisso dell'azienda. Scelta azzardata, perché non so a voi ma ogni volta che vedo lo spot penso: "Cosa ci fa Zorro nel mulino a preparare dolci?".
L'accostamento è sicuramente particolare, ma analizziamo meglio la strategia. Il Target è composto dai  responsabili d'acquisto (donne comprese tra i 35 e i 45 anni), e gli influenzatori (bambini compresi tra i 5 e 12 anni). Sicuramente con questo spot la Mulino Bianco ha deciso, continuando la strada già percorsa con gli spot passati, di rivolgersi principalmente alla prima figura piuttosto che alla seconda, ma stavolta con uno tono diverso! basti visionare lo spot degli abbracci per capirlo (spot). Nello spot non è più presente la classica immagine della famigliola felice del Mulino Bianco, ma invece si cerca di trasmettere la carica sensuale caratterizzante l'attore spagnolo. Come se si volesse affascinare la telespettatrice, facendole sognare una storia d'amore a occhi aperti.
La scelta rappresenta un breaktrough rispetto al passato, il cambio d'immagine è forte, ma molto probabilmente adeguato. Si passa da un posizionamento interamente incentrato sulla famiglia perfetta a un posizionamento basato sull'associazione tra il brand e il testimonial, cercando quindi la personificazione dello stesso. In altre parole, l'obiettivo risulta essere quello di trasmettere al target una carica emozionale che dovrebbe essere rivissuta durante il consumo del prodotto, come se ogni biscotto rappresentasse un vero abbraccio.
Concludo citando uno se non IL massimo esponente del marketing Philp Kotler: "L'unica costante è il cambiamento" e per questo in un'epoca in cui le regole stanno cambiando, bisogna adeguarsi in fretta e credo che tale scelta, indipendentemente dal risultato, rappresenti la voglia di cambiamento che deve contraddistinguere ogni impresa competitiva.

giovedì 14 febbraio 2013

Il primo post è semplicemente dedicato a una breve presentazione...
Sono un fresco neolaureato con la grande passione per il marketing, in ogni sua forma e declinazione, sin da piccolo preferivo la pubblicità ai cartoni e anche ora non perdo occasione per analizzare con occhio critico ogni spot e iniziativa. Ma come è noto ai più informati, il marketing non è solo pubblicità! è molto di più.. è una filosofia, è passione, è creatività, è ingegno... quello che le persone vedono è solo la punta dell'icebreg, la parte sommersa è quella che conta e che sorregge il tutto. Per tanto il blog nasce dalla voglia di dire la propria su tutto ciò che riguarda questo fantastico mondo, fatto di persuasione e percezione, di analisi e di risultati, di colori ed emozioni, di tutto e di niente...
Vorrei perciò lasciarvi ora con una massima alla quale ho sempre cercato di ispirarmi:
"scrivi qualcosa che valga la pena di essere letto o fai qualcosa che valga la pena di essere scritto" (B. Franklin)